Veniamo dal buio e , come piccole farfalle, siamo irrimediabilmente attratti dalla luce. Percepiamo il nostro come un tempo infinito, ma siamo costretti ad un breve battito d’ali. Ed in questo breve tempo si compie la nostra più grande ed immensa opera: capire chi siamo e verso dove dirigere il volo. Il viaggio è un percorso alla ricerca di qualcosa di cui sentiamo un’eco profonda, e la promessa è la eterna libertà dall’oscurità. Viviamo in una dimensione di cui sentiamo la possibile estasi, anche se le nostre orecchie sono spesso sorde e gli occhi dell’anima sono accecati. Il percorso è, come in un campo di battaglia, ricompreso fra due estremi opposti: la luce e l’oscurità. Qual’è il premio ? Quale la dimensione che ci spetta ? Come fare a raggiungere la vibrazione della nostra luce? Come non rimanere imprigionati nel richiamo della fisicità? O attaccati come mosche nella tentazione del potere? Viaggiamo ciechi nell’eterno canto dell’insidioso mare fra Scilla e Cariddi. Troppi dei si presentano ad offrirci la loro protezione. Così vuota è la nostra sete? Esiste una fonte o siamo dei rivoli d’acqua solitari? Allora cadiamo in un blackout, in un ciclo ripetuto di cadute e rinascite. Angeli caduti nell’oscurità, costretti a vagare nell’ombra della luce.